Un'opera articolata dove il cromatismo gioca con la forma, la natura morta espressa in corpi verticali, vive il movimento grazie alle sfere che sembrano cercare una loro posizione autonoma nell'insieme, in realtà raggiungono la loro giustificazione estetica, dall'amalgama del colore. Un'opera con delle similitudini al concetto morandesco per la morbidezza della composizione, ma che trova autonomia e originalità nel gioco sovrapposto dei riquadri che col loro divenire aggiungono molteplici prospettive al soggetto. Nonostante il libero arbitrio compositivo espresso dall'artista, si denota nella forma e nel colore un'espressa interiorità dove una relativa calma interiore ed un certo appagamento intellettuale, sembra creare uno stato di invidiabile pacificazione emotiva. Complimenti Tito Mucci, pochi artisti in età giovane o matura, possono vantare il raggiungimento di tale equilibrio.

Lorenzo Pacini 6 dicembre 2017/b>

 

 

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