Passato attraverso l’esperienza del “chiarismo”degli anni ’70 Tito Mucci si presenta
con opere i cui soggetti scomposti da un’astrazione di derivazione cubista, sono
riassemblate in modelli di solida liricità sentimentale.
In essi il colore induce ad una sorta di contemplazione in cui la sfumatura, una luce
tenue, un piccolo segno trascurato possono raccontare molto di più delle molte parole che
inascoltate cadono nel vuoto.
C. Giorgetti, Maggio 2002
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